I tunnel, le serre, i magazzini e le coperture da noi realizzati sono attrezzabili con impianti fotovoltaici che consentono la produzione di energie pulite. I nostri tecnici durante le fasi di progettazione tengono in ampia considerazione la quantità di luce che dovrà comunque filtrare all’interno della struttura.
La realizzazione di serre fotovoltaiche ha una “duplice attitudine”, ovvero in grado allo stesso tempo di ospitare produzioni orticole, floricole, o comunque agricole impongono un approccio multifattoriale:
- individuazione del “core business” (elettrico, o agricolo)
- scelta della struttura
- scelta del tipo di impiantistica accessoria alla struttura
- individuazione del tipo di coltura, o di colture
- scelta del materiale FV da impiegare
- scelta della densità di celle da distribuire.
La grande diversità di strutture, impianti accessori e possibili specie coltivabili in ambiente protetto rende necessaria, per il fotovoltaico, la standardizzazione – dei prodotti (pannelli) -dell’impiantistica accessoria e pertanto rende necessaria: – una progettazione integrata delle strutture realizzate ex-novo – una valutazione attenta delle strategie di adattamento dei prodotti esistenti su strutture già realizzate.
Allo stato attuale l’installazione di un impianto fotovoltaico integrato alla serra costituisce un’integrazione al reddito interessante in quanto: – rappresenta un investimento di medio/ lungo periodo dai rischi contenuti grazie alla tariffa agevolata in conto energia per un periododi 20 anni, ed alle ridotte esigenze di manutenzione e gestione, nonchè allo sgravio fiscale – presenta un ritorno dell’investimento interessante – consente di raggiungere l’indipendenza energetica contribuendo alla riduzione delle emissioni inquinanti.
I risultati raccolti hanno messo in evidenza numerosi e importanti aspetti. Primo fra tutti, e in grado di influenzare significativamente i risultati in termini di produzione di energia, è
l’esposizione dell’impianto integrato sul tetto di una serra preesistente: la costruzione di quest’ultima, come sempre accade nelle aree florovivaistiche molto sviluppate, è dipesa da necessità diverse da quelle dettate dalla ricerca della massima efficienza energetica. Ne consegue che mai è possibile avere l’intero impianto nelle condizioni ottimali
di esposizione e il risultato è una minore resa, anche se non particolarmente grave.
La registrazione dei consumi di energia della serra fotovoltaica è stata confrontata con la quantità di energia prodotta in totale dall’impianto.
Ne consegue che l’energia prodotta e non consumata può essere commercializzata, o destinata ad altri usi aziendali, con un notevole risparmio di energia.
Dal punto di vista produttivo, i risultati mettono in evidenza come non si siano manifestati problemi di riduzione delle produzioni delle specie poste in coltura nella serra fotovoltaica, anche se sembra di poter intravvedere una certa modificazione qualitativa delle produzioni, almeno su pomodoro, dove una maggiore produzione in termini di numero di frutti è stata controbilanciata da una minore pezzatura degli stessi. Il risultato, benché preliminare, sembra positivo, avendo prodotto importanti quantitativi di energia senza compromettere le coltivazioni.
Certamente sul giudizio finale peseranno diversi fattori, tra cui il costo dell’impianto e il suo tempo di ammortamento e l’orientamento dei pannelli, ma, a differenza di altri casi, sarà necessario tenere conto anche della produttività della superficie su cui insiste l’impianto, ovvero una serra per florovivaismo in grado di esitare sul mercato produzioni agricole caratterizzate anch’esse da una certa redditività.